Nella foto i Programme Manager di Teach For Italy con Lidia Magán Samper, Alumna di Empieza por Educar
Molti docenti-fellow e Alumni di Teach For Italy sono insegnanti in Centri di Formazione Professionale: il loro lavoro vuole dare un impatto sulle opportunità future di questi ragazzi e ragazzi (di età delle scuole superiori) che hanno abbandonato il percorso scolastico classico. I Centri di Formazione Professionale (C.F.P.) sono istituti che curano la formazione professionale per l’inserimento degli studenti nel mercato del lavoro (meccanici, parrucchieri, elettricisti, fornai, ecc), sono regolati e finanziati da fondi regionali, in conformità ai fabbisogni del territorio locale.
La domanda più comune tra i nostri docenti-Fellow nei C.F.P. è: come rendere le lezioni motivanti e significative per gli studenti e le studentesse che frequentano questi Centri? Da parte loro, i nostri Programme Manager si confrontano invece su come supportare al meglio i docenti Fellow e le Fellow che insegnano in questi contesti.
Partendo da queste domande, i Programme Manager e le Programme Manager di Teach For Italy hanno incontrato Lidia Magán Samper, Alumna di Empieza por Educar – il programma spagnolo della rete di Teach For All –, attualmente formatrice presso l’Institut Jaume Mimó, un Centro di Formazione Professionale nella periferia di Barcellona. Il focus di questo incontro è stato una riflessione su caratteristiche comuni e differenze del sistema dei Centri di Formazione Professionale in Italia e Spagna, seguito da un workshop su una metodologia didattica particolarmente efficace in questo tipo di contesto educativo: il Project Based Learning (PBL).
Cos’è il Project Based Learning?
Nel Project Based Learning gli studenti e le studentesse sono attivamente coinvolti nello sviluppo di progetti reali; nei Centri di Formazione Professionale, in particolare, tali progettualità sono legate alla professione legata all’indirizzo di studi di studenti e studentesse: l’apprendimento, quindi, non è incentrato sull’acquisizione di nozioni, bensì sul rafforzamento di competenze, sia tecniche che trasversali, direttamente spendibili nel mondo esterno e del lavoro. Dal punto di vista degli insegnanti, la programmazione didattica che sottostà al Project Based Learning necessita della partecipazione dell’intero consiglio di classe: ogni formatore e formatrice, infatti, definisce gli obiettivi disciplinari della propria materia, collegandoli all’obiettivo comune del progetto.
Un impegno collettivo con un significativo impatto nella motivazione delle classi coinvolte: nel Project Based Learning, infatti, ogni studente e studentessa è protagonista del proprio apprendimento, assumendosi la responsabilità del ruolo che ricopre nel progetto e, al contempo, collaborando con compagni e compagne per il raggiungimento degli obiettivi comuni. Aspetto, quest’ultimo, di particolare rilevanza per i ragazzi e le ragazze che frequentano i Centri di Formazione Professionale, disillusi da una scuola che mette al centro le nozioni e non lo sviluppo dell’individuo e desiderosi di impegnarsi in progetti che mettano in luce tutte le loro potenzialità. Nell’Institut Jaume Mimò, dove Magán insegna proprio Project Based Learning, si è scelto di svolgere tutto il programma scolastico seguendo questa metodologia: una vera e propria rivoluzione didattica, con studenti e studentesse al centro del progetto educativo.
Gli impatti del Project Based Learning sugli studenti
Lavorare per progetti contribuisce a mantenere alto l’interesse degli studenti. Avendo un fine chiaro da raggiungere – come un prodotto concreto da realizzare, l’organizzazione di un’attività o la ricerca di una risposta a un problema reale – lo studente è stimolato ad arrivare all’obiettivo. Il pensare per progettualità aiuta i ragazzi a organizzare il loro lavoro futuro, ma in generale anche la loro vita: le tempistiche chiare e condivise per la riuscita del progetto supportano studenti e studentesse nello sviluppo delle competenze trasversali legate alla gestione del proprio tempo e impegno, mentre pensare a soluzioni nuove e personali per raggiungere obiettivi comuni stimola il pensiero creativo e il problem solving. Inoltre, abituandosi a lavorare in gruppo, esercitano la leadership, la capacità di confrontarsi e di unire prospettive anche diverse per arrivare al risultato nel migliore dei modi.
Il ruolo dei docenti nel Project Based Learning
Per un insegnante che decide di utilizzare il metodo del Project Based Learning in classe è necessaria una pianificazione solida non solo delle singole lezioni, ma dell’intero ciclo di lezioni in cui si svolge il progetto, nonché delle attività didattiche dell’anno, col fine di contestualizzare il Project Based Learning nel percorso di apprendimento interdisciplinare globale.
Il lavoro dell’insegnante, soprattutto nel contesto dei Centri di Formazione Professionale, deve concentrarsi nell’individuare obiettivi chiari e stimolanti, tanto più efficaci quanto più vicini alle esigenze di studenti e studentesse. Ecco alcune domande stimolo per definire gli obiettivi del progetto sulla base proprio contesto classe:
- Quale aspirazione hanno gli studenti? Qual è il loro obiettivo futuro?
- In quali tipologie di contesti si troveranno a lavorare?
- Quali criticità dovranno affrontare nella loro quotidianità?
- Cosa manca loro per raggiungere i loro obiettivi?
Dopo aver formulato la domanda o l’obiettivo guida, la fase successiva consiste nel declinare il loro raggiungimento step by step, strutturando le lezioni affinché portino gli studenti e studentesse a costruire la loro leadership e iniziativa.
I passaggi chiave sul piano metodologico sono i seguenti:
- Identificare quali altre possibili materie coinvolgere e includere i relativi colleghi nella programmazione;
- Definire gli obiettivi di apprendimento specifici, legati alle competenze, conoscenze e abilità disciplinari e alle competenze trasversali;
- Prevedere quale sarà il prodotto finale da realizzare, condividendo esempi (e non-esempi) con la classe;
- Pianificare il metodo di valutazione del progetto, in linea con gli obiettivi previsti, ed esplicitarlo con studenti e studentesse affinché tutti/e siano consapevoli delle aspettative da rispettare;
- Progettare step by step le attività intermedie, con chiari riferimenti alle tempistiche e alle modalità di lavoro da seguire;
- Strutturare il supporto da garantire agli studenti affinché possano lavorare in autonomia e serenità: l’insegnante è dunque guida e mentore per la crescita di ogni allievo e allieva.
In ogni lezione, infine, sarà utile aggiungere esercizi, momenti di confronto e metacognizione che aiutino gli studenti a riflettere sul loro percorso, su quanto già svolto e i passi ancora da compiere.
Punti di forza e criticità del metodo Project Based Learning
La sfida principale dal punto di vista degli studenti è quella di essere attivi nella costruzione del proprio apprendimento tramite la partecipazione dello sviluppo del progetto. Un approccio di questo tipo può essere recepito inizialmente come sfidante da parte degli studenti se sono abituati all’apprendimento come memorizzazione di contenuti tramite lo studio individuale. Il Project Based Learning può portare gli studenti e le studentesse a uscire dalla propria zona di comfort – esponendo le proprie idee, aprendosi al confronto, procedendo talvolta per tentativi ed errori e affrontando il fallimento come fase spesso necessaria per giungere al prodotto finale; tramite la riflessione costante e il dialogo, stimolati dall’insegnante, alunni e alunne possono riflettere sul valore formativo di un’esperienza didattica di questo tipo.
Dal punto di vista dell’insegnante che desidera implementare un curriculum didattico tramite il PBL, le potenziali difficoltà riguardano diverse fasi del progetto. Innanzitutto, dal punto di vista contenutistico, il Project Based Learning richiede ai docenti di selezionare i contenuti didattici più rilevanti da veicolare tramite il tramite il progetto, dando la priorità a quelli che permettono agli studenti di sviluppare le necessarie competenze e tralasciando quelli meno d’impatto nella vita dello studente. Meno contenuti, dunque, ma assimilati in modo più efficace e significativo.
Una seconda difficoltà può riguardare la pianificazione e la gestione delle dell’attività didattiche: il docente impegnato in attività Project Based Learning assume il ruolo di Project Manager, collaborando con tutti gli altri e la altre docenti coinvolti/e e supportando e coordinando la classe nello sviluppo della propria autonomia. la gestione della classe, inoltre, comporta sfide differenti che differiscono da quelle della regolare attività didattica: mentre la classe lavora allo sviluppo del progetto, ogni studente è necessariamente attivo tramite comportamenti e azioni non sempre prevedibili e monitorabili. Questo tipo di approccio didattico, quindi, presuppone necessariamente un clima di classe sereno, fiducia tra insegnante e studenti, e che alunni e alunne posseggano un buon livello di autonomia di partenza.
Infine, una sfida importante riguarda la fase valutativa: come valutare correttamente i singoli studenti e studentesse, se il progetto è realizzato collettivamente? Le strategie che possono aiutare il docente in una valutazione quanto più oggettiva sono molteplici, come valutare ogni studente in base al proprio ruolo nel gruppo e utilizzare griglie di monitoraggio legate alle competenze da valutare, da compilare in ogni lezione osservando gli studenti in azione.
Nella scuola di Magán, una strategia valutativa risulta particolarmente efficace:
“Alla fine del progetto, diamo un voto al prodotto realizzato e lo moltiplichiamo per i membri del gruppo. Se il prodotto è da 7 e ci sono 4 membri nel gruppo, il gruppo ha totalizzato 28 punti. Quindi il docente referente modera un confronto in cui chiedere al gruppo di suddividere i punti tra ogni membro in modo che ognuno riceva il voto che si merita: possono scegliere di assegnare 7 a tutti, come di dare un voto maggiore a chi ha dimostrato più impegno e minore a chi ha contribuito di meno.”
Una modalità che genera riflessioni preziose da parte degli studenti, favorendo il confronto, la consapevolezza, la capacità di mettersi in discussione e riconoscere sia le proprie mancanze che il raggiungimento dei propri obiettivi.
Una rete europea di insegnanti nei Centri di Formazione Professionale
Il workshop tenuto da Magán con Teach For Italy rientra in un progetto di più ampio respiro che l’Alumna di Empieza por Educar sta portando avanti nell’ambito della European Alumni Leadership Fellowship, un programma dedicato ad Alumni della rete europea di Teach For All che desiderano sviluppare in prima persona progetti per l’equità educativa. L’obiettivo di Magán è fondare una rete di docenti dei Centri di Formazione Professionale di tutta Europa, partendo dal coinvolgimento di Fellow e Alumni/e dei programmi nella rete di Teach For All che insegnano in questi contesti.
Gli scopi sono molteplici: tramite lo sviluppo di una piattaforma online e l’organizzazione di eventi virtuali e in presenza, creare connessioni tra docenti impegnati in territori diversi ma con la stessa motivazione e gli stessi obiettivi educativi; permettere la condivisione di idee e buone pratiche; favorire la cooperazione in progetti transnazionali. In ultimo, ma di primaria importanza, la creazione di opportunità di scambio per gli studenti e le studentesse che, altrimenti, difficilmente potrebbero partecipare a esperienze simili.
Proprio nell’ottica di quest’ultimo obiettivo, il 3 novembre Magán ha incontrato Direttori, Direttrici e docenti-fellow dei Centri di Formazione Professionale del CIOFS-FP di Milano e della rete Enaip Piemonte, accompagnata da due Programme Manager di Teach For Italy che hanno svolto la Fellowship insegnando in questi contesti. Gli incontri sono stati occasione proficua di dialogo su come attivare esperienze di tirocinio all’estero a beneficio dei propri studenti e studentesse, sfruttando la rete di partner sul territorio di ogni Centro, ed esperienze di scambio e formazione tra i docenti che vi insegnano, per arricchire il bagaglio di competenze didattiche da mettere al servizio delle proprie classi.
Una prima occasione di confronto sul tema che ha dimostrato le potenzialità della collaborazione tra persone – Alumni e Alumnae, Direttrici e Direttori scolastici, Fellow, Programme Manager – accomunate dalla visione di Teach For All: garantire le stesse opportunità a ogni studente e ogni studentessa, indipendentemente dal contesto in cui nasce e cresce.
Risorse per approfondire il metodo Project Based Learning
Una fonte ricca di risorse per strutturare il Project Based Learning, nonché esempi pratici e griglie metodologiche è la piattaforma PBLworks.
- Video esemplificativi per illustrare passaggi salienti della pianificazione di attività PBL;
- Griglia per la pianificazione di attività di Project Based Learning;
- Esempi con applicazione di Project Based Learning con diversi scopi e in differenti contesti.
